Privacy, nel 2018 solo l’1% di segnalazioni al Garante ha riguardato il recupero crediti.

Sebbene il 2018 sia stato un anno critico per la privacy e il trattamento dei dati personali, soprattutto a seguito dell’entrata in vigore del GDPR, le segnalazioni sul recupero crediti arrivate all’URP dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali sono state appena l’1% del totale di quelle ricevute. Un numero decisamente basso, inferiore agli anni precedenti e in controtendenza rispetto al crescere delle segnalazioni che si è registrato nello stesso periodo, in materia di trattamento di dati personali effettuato da banche, società finanziarie, sistemi di informazione creditizia, Centrali dei rischi e Centrali di allarme interbancaria. La maggior parte delle segnalazioni di questo tipo ha riguardato il trattamento dei dati personali effettuato dagli istituti di credito per le verifiche della clientela prescritte dalla normativa sull’antiriciclaggio, l’accesso ai dati personali contenuti in rapporti bancari (libretti di risparmio, conti correnti e depositi titoli) riferiti a persone decedute, la richiesta di copia di documentazione riferita a rapporti bancari e la comunicazione a terzi di dati inerenti clienti.

Cosa ci dicono queste informazioni? Che mentre il settore creditizio sta vivendo un momento delicato, con una serie di criticità dovute soprattutto a nuove normative, il recupero crediti continua il percorso virtuoso intrapreso da qualche anno. Ed è la stessa Autorità che, nella sua Relazione annuale, menziona la collaborazione con le associazioni di categoria delle imprese di recupero crediti tra gli esempi positivi di dialogo e confronto, utili ad inquadrare le disposizioni generali sulla privacy in un contesto così specifico e sempre più delicato. Non è la prima volta che il Garante fa riferimento al Codice di Condotta, elaborato nell’ambito del Forum UNIREC-CONSUMATORI, che è frutto proprio di una continua collaborazione tra le imprese del settore e le Associazioni dei consumatori e che rappresenta una best practice per tutto il settore a livello europeo.

Dunque in un anno nero per la privacy, in cui le sanzioni inflitte dall’Autorità hanno superato gli 8 milioni di euro, più del doppio rispetto al 2017, il settore del recupero crediti può considerarsi assolto, avendo agito nel rispetto del trattamento dei dati personali dei clienti.

 

 

 

 

 

fonte “Credit Village”