La cartolarizzazione è un’attività finanziaria che gli Intermediari utilizzano prevalentemente per:
- Generare liquidità aggiuntiva, cedendo impieghi creditizi in bonis (mutui, crediti al consumo, leasing, ecc) e sviluppare raccolta alternativa all’indebitamento bancario (con l’incasso anticipato dei crediti).
- Migliorare sia il livello di patrimonializzazione (cedendo portafogli di bassa qualità) che il coefficiente di solvibilità (eliminando dal bilancio crediti ad alto rischio).
Il regime di cartolarizzazione europeo è in vigore dal gennaio 2019 e sarà sottoposto ad un riesame globale solo entro gennaio 2022, tuttavia, già ad aprile 2021, la Commissione europea ha ritenuto di dover intervenire sulla normativa vigente per disciplinare in modo più completo e razionale le cartolarizzazioni sintetiche di bilancio – che comportano, per l’ente finanziario, il trasferimento del rischio di credito gravante su alcuni portafogli senza, però, cederne la proprietà – e quelle delle esposizioni deteriorate, in drastica crescita a seguito della pandemia.
Per quel che riguarda le cartolarizzazioni sintetiche, il nuovo regolamento impone il rispetto dei requisiti di semplicità, trasparenza e standardizzazione (STS), estendendo, così, il particolare trattamento prudenziale già previsto per le cartolarizzazioni tradizionali.
Le operazioni devono, quindi, essere:
Semplici: la configurazione della transazione non deve risultare eccessivamente articolata e gli attivi vanno resi omogenei;
Trasparenti: l’emittente deve poter fornire rapidamente informazioni sulla struttura dell’emissione e i soggetti coinvolti;
Standardizzate: l’investitore deve poter comprendere, valutare e confrontare le operazioni senza dover essere costretto a far affidamento su indicazioni di soggetti terzi.
Anche per ciò che concerne le esposizioni deteriorate è stato necessario effettuare delle modifiche alla normativa poiché, quest’ultima, si era sviluppata con esclusivo riferimento alle cartolarizzazione di crediti in bonis e prevedeva una serie di indicazioni non in linea con le peculiarità dei vari NPE.
Le novità introdotte mirano principalmente a prevedere requisiti patrimoniali più coerenti rispetto al profilo di rischio dei crediti, evitando disincentivi a questo tipo di cartolarizzazione, specie di titoli senior.
In questo scenario, la dotazione informatica gioca un ruolo chiave in termini di efficientamento operativo e sicurezza.
Un’adeguata infrastruttura tecnologica deve essere sempre responsive rispetto alle mutazioni normative (che abbiamo capito essere in rapida evoluzione) e deve permettere all’Intermediario di:
- automatizzare workflow alimentati da enormi masse di dati, di diversa origine, metterli in relazione in tempo reale e tenere, così, sotto controllo posizioni e attività;
- verificare il valore dei crediti da cartolarizzare in termini di costo acquisto/maturazione eventi e facilitare le analisi dei portafogli oggetto di cessione, accedendo da qualsiasi dispositivo;
- agevolare lo scambio informativo tra i soggetti coinvolti (Originator, SPV, Re.O.co, ecc.) attraverso funzionalità Intercompany per la gestione delle rispettive competenze;
- supportare le valutazioni di Risk Management, amplificando il monitoraggio dei rischi tipici dell’attività intermediaria;
- agevolare l’analisi puntuale dei dati così come stabilito dalla L.130/99;
- offrire rapido riscontro in caso di verifiche e controlli da parte delle autorità preposte;
- liberare risorse umane preziose da task amministrativi e gestionali time consuming a basso valore aggiunto.
Quanto più questi processi possono essere integrati e coordinati all’interno di un’unica Piattaforma digitale tanto più la governance complessiva delle cartolarizzazioni – e non solo – risulterà potenziata e ottimizzata, pronta per rispondere alle sollecitazioni del mercato e degli Organi di Vigilanza.
Fonte CREDITVILLAGE