Procedure concorsuali, da inizio anno novità per 186 aziende. Nella newsletter TMA di aprile

Ci sono 186 società italiane che nel 2017 o 2016 avevano registrato ricavi per 500mila euro e che sono entrate in una procedura concorsuale da inizio anno oppure che hanno registrato il deposito di nuovi documenti relativi a una procedura già aperta in precedenza.

Il calcolo è di Leanus, in uno studio condotto per BeBeez e che è stato pubblicato, con l’elenco completo delle società in questione, sulla newsletter di marzo di TMA Italia, l’associazione italiana dei turnaround manager, curata da BeBeez e dedicata agli associati.

Nell’aggregato, nel 2017 quelle stesse società avevano registrato ricavi per poco meno di 925 milioni di euro, in netto calo rispetto agli 1,11 miliardi del 2016, e un ebitda margin negativo per quasi il 13%, rispetto a un dato negativo per circa l’11% nel 2016, con ricavi medi per circa 5 milioni dai circa 6 milioni del 2017.

In particolare, ben 144 aziende sulle 186 in questione già in relazione ai bilanci 2017 cadevano nella categoria ad alto rischio sulla base del Leanus Score, un indicatore proprietario che misura il grado rischio associato a una situazione contabile di impresa sulla base di un algoritmo che potenzia lo Z-Score di Altman e tiene conto delle peculiarità del sistema delle imprese italiane. C’erano comunque sette aziende che invece avevano un Leanus Score basso, a indicare che il tradizionale approccio quantitativo di valutazione del rischio di credito non è sempre sufficiente per catturare i segnali di crisi in anticipo.

La newsletter di TMA si concentra anche su un’implicazione di non poco conto dell’introduzione dei nuovi sistemi di allerta elaborati dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Pmi e microimprese, infatti, sin da ora dovranno dotarsi di un assetto organizzativo adeguato ai fini della tempestiva rilevazione appunto dello stato di crisi e le procedure d’allerta.

Per cercare di capire in che direzione muoversi ,TMA ha organizzato per i propri associati, in collaborazione con PwC, un convegno sul tema lo scorso 1° aprile, che ha messo a confronto vari operatori del turnaround aziendale.

Come noto, il nuovo codice della crisi prevede in sostanza che l’imprenditore di un’azienda con almeno 2 milioni di euro di ricavi, 2 milioni di euro di attivo patrimoniale e 10 dipendenti sia tenuto a creare l’assetto organizzativo adeguato a individuare una crisi e risolverla.